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AMBIENTE E PROTESTE: 10 alla Nobiltà di idee e 0 alla modalità di protesta. Il mio punto di vista.

La “nuova generazione” o “generazione Z” fa molto parlare di sé. Sono conosciuti per lo più attraverso le loro manifestazioni di protesta contro il declino ambientale, la parità sociale e lo sviluppo di un’etica del lavoro sempre più green. 

Nati a cavallo tra la fine degli anni ‘90 e inizio 2000, hanno conosciuto e visto, il crollo delle torri gemelle, i tsunami e la grande crisi economica del 2008; tutto ciò ha creato un’instabilità sociale ed ambientale e questo ha portato alla generazione z, la voglia di dare seguito ad un’idea morale e di cambiamento non indifferenti. 

La più conosciuta sicuramente è Greta Thunberg, messa in risalto dai media, perché all’età di 15 anni creò un movimento giovanile, che si asteneva ogni venerdì dalle lezioni di scuola per protestare a favore di un cambiamento ambientale e sociale, da parte delle istituzioni di tutto il mondo. Come lei ci sono tanti altri ragazzi e ragazze che hanno a cuore questo meraviglioso progetto. 

Nelle ultime alluvioni avvenute in Emilia-Romagna, “moltissimi” di questa generazione sono andati in soccorso nelle terre disastrate dalle inondazioni, senza mettersi in mostra e questo ne fa di loro delle persone pratiche e modeste. 

Perché ho virgolettato “moltissimi” e non “tutti”? 

Questo è proprio il nocciolo del mio articolo. Le loro manifestazioni hanno un alto tasso di nobiltà: la volontà del cambiamento climatico, la disparità sociale, l’inclusività e una svolta green nelle aziende. Sono idee bellissime e che ora più che mai devono essere attuate da ogni singolo governo. 

Ma io mi domando: cosa c’entra il manifestare (giustamente) con il bloccare le autostrade, imbrattare opere d’arte e i palazzi storici? 

Si attira l’attenzione, questo è vero ma, a parer mio, si crea confusione tra manifestazioni ambientali, nobiltà del pensiero e il mezzo per il fine. Perché magari quando si blocca il traffico, difronte può esserci un lavoratore precario che se arriverà in ritardo potrà essere licenziato oppure una persona che aspetta una visita medica da mesi e salta il proprio turno. 

Questo invece di sensibilizzare la società, crea ancor di più nervosismo o altera la consapevolezza di chi non glie ne frega ancora nulla dell’inquinamento ambientale o del disboscamento mondiale di aree verdi. 

Detto ciò, il mio pensiero è che sia ora di smettere con queste goliardate nell’imbrattare facciate storiche, fontane che hanno 2000 anni o bloccare intere strade; al fine della tutela dell’ambiente non hanno nulla a che vedere, anzi, peggiorano l’idea che si ha degli ambientalisti, che non sono tutti così, per fortuna. 

Se hai a cuore l’ambiente bisognerebbe protestare con più intelligenza lasciando stare vernici lavabili o la colla per le mani così da bloccare il traffico. Basterebbe che ognuno di noi, al minimo sindacale, portasse con se una busta ecologica durante una passeggiata e raccogliesse i rifiuti che si trovano sulla nostra strada, oppure entrare a far parte di un’associazione che divulghi e sensibilizzi, i più e meno giovani, tramite le parole e/o attività finalizzate alla tutela ambientale.

Questo è il mio personale punto di vista.

La nobiltà d’intenti c’è, e ne va dato atto; ma la strategia pratica è da rivedere, assolutamente. 

Michele. 

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Ciao, mi chiamo Michele!

Da sempre appassionato di outdoor. Che si tratti di fare un’escursione di trekking, mountan bike o kayak, sono sempre pronto per una nuova avventura.

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E per la foresta io vago, per perdere la ragione e trovare la mia anima..

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